Wann ein Wein mit 101 Punkten? — A quando un vino con 101 punti?

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Was hat der Weltrekord von Usain Bolt mit der Bewertung von Weinen zu tun? Mehr als es man vielleicht im ersten Moment vermuten würde. In der Leichtathletik steigen die Leistungen der Athleten langsam aber kontinuierlich: intensivere Jugendförderung, bessere Trainingsmethoden, gezieltere Ernährung usw. (und nicht nur die Einnahme verbotener Mittel!) lassen weiterhin immer wieder neue Rekorde zu. Gegenüber den 70er Jahren beispielsweise werden die 100 m von den Spitzenathleten heute um eine halbe Sekunde schneller gelaufen. Zusätzlich dazu ist der Grund für immer neue Rekorde ganz simpel in der statistischen Wahrscheinlichkeit zu suchen.

Cosa centra il record mondiale di Usain Bolt con con la valutazione dei vini? Di più di quanto si potrebbe pensare al primo momento. Nella podistica le prestazioni aumentano continuamente: una selezione migliorata sui giovani, tecniche di allenamento e nutrizione migliorate (e non solo il presunto utilizzo di sostanze vietate!) ecc. hanno permesso sempre nuovi record. Nei confronti degli anni 70 i corridori di punta corrono i 100 m con un mezzo secondo di meno. Inoltre anche la pura casistica di ordine statistico fa sì che vengono generati nuovi record. 

Dass in der Weinwirtschaft Fortschritte gemacht wurden, kann von niemand verneint werden, der sich über einen längeren Zeitraum mit Wein beschäftigt hat. Verbesserungen in der Anbautechnik und bei der Verarbeitung der Trauben haben nicht zur Kostenreduzierung und Ertragsicherheit beigetragen, sondern auch das Qualitätsniveau signifikant gesteigert. Die gängigen Bewertungsschemen tragen dem aber nicht Rechnung, die verwendeten Skalen sind nach oben (und auch nach unten) begrenzt. Parker als ökonomisch einflussreichster Weinbewerter hat beispielsweise einige Weine mit dem bestmöglichsten Wert von 100 Punkten bewertet. Ein solcher Wein, bepunktet vor 10 Jahren, wird mit einiger Wahrscheinlichkeit nicht die Qualität eines heutigen 100-Punkte-Weines erreichen. Auch wenn es vielleicht dem Koster bewusst ist, dass der letzthin verkostete Wein hochwertiger ist, kann er dies nicht ausdrücken, die Skalenbegrenzung lässt es nicht zu. Dieser Effekt wird übrigens nach unten weitergereicht, er wirkt sich auch auf Weine mit niedrigeren Punktezahlen aus: eine Intervallskala wird praktisch zu einer Ordinalskala und drückt damit immer ausgeprägter nur mehr eine Rangordnung aus.

Che in enologia sono stati fatti notevoli progressi qualitativi, non può negare nessuno che opera nel settore da un certo periodo. Miglioramenti delle pratiche viticole e tecniche avanzate in cantina non hanno soltanto garantite certe quantità ed abbattuti i costi ma hanno anche aiutato molto ad aumentare in modo significativo il livello qualitativo dei vini. I sistemi di valutazione però non ne tengono conto, le scale su cui si basano sono delimitate in alto (ed in basso). Parker come degustatore di vini più influente dal punto di vista economico ha dato ad alcuni vini il suo punteggio massimo, cioè i 100 punti. Questi vini, degustati diciamo 10 anni fa, con una certa probabilità  non raggiungeranno la qualità di un vino con lo stesso punteggio, valutato oggi. Anche se il giudice valutasse migliore l’ultimo vino degustato, non può esprimere ciò, la limitazione della scala di misura non glielo consente, i punteggi risultano sfasati. Questo effetto si ripercuote anche sui vini con punteggi inferiori, da una scala cardinale si passa ad una ordinale che esprime sempre di più solo una classifica.

Natürlich, und ich wiederhole mich, wäre das alles kein Problem, wenn wir, erstens, die Bewertungen nicht auf die Goldwaage legen täten und, zweitens, nicht dauernd zeitlich räumlich und persönlich vergleichen würden.

Certo, e mi ripeto, ciò non sarebbe un problema, se delle valutazioni facessimo un uso più approssimativo ed in un certo senso più rilassato. Ma finché si continua a confrontare prodotti caratterizzati da punteggi che sono stati dati in circostanze, date e luoghi differenti e da persone diverse, l’effetto sfasante che ho provato ad illustrare ha ripercussioni significativi.

Übrigens, das Stichwort für die nächste Folge über die Bewertung der Weine heißt Paris. Und so einige werden schon wissen, wovon ich schreiben werde…

A proposito, la parola chiave del prossimo post sulla valutazione dei vini è Parigi. È diversi di voi sapranno già che cosa tratterò…

4 Gedanken zu „Wann ein Wein mit 101 Punkten? — A quando un vino con 101 punti?

  1. Ciao Armin,
    Scusa se riprendo nel 2013 un tema del… 2012, ma durante le Feste il mio Mac é rimasto spesso spento ;).
    Punteggi, dicevamo, e soggettivitá. Da wine critic professionista, i punteggi dei colleghi (soprattutto delle guide) mi servono per capire quali vini NON mi piaceranno: mi dicono cioé quali sono i vini che piacciono a loro. E che molto probabilmente non piaceranno a me! Dietro ogni guida, continueró sempre a ripeterlo, c’é una scuola di pensiero: se tu non ti riconosci in essa, molto probabilmente non avrai gli stessi gusti, e non giudicherai allo stesso modo. L’ultimo trend, come sai anche tu, é quello che gli amici anglosassoni chiamano dei natwines. I vini naturali. Ne abbiamo discusso a lungo durante l’ultimo Euopean Wine Blogger Conference, e siamo arrivati alla conclusione che non ne discuteremo mai piú 😀 Ognuno faccia come vuole! Gli italiani peró, in genere sono piú estremisti: oggi se non ti piacciono i natwines non capisci niente. Non sei né buono, né pulito, né giusto, anzi sicuramente sei un industriale (massimo insulto) che fa vini anonimi da supermercato. Sto scherzando, ovviamente, ma non piú di tanto. Venendo alle cose serie, sorvolando sulla „purezza“ di chi attribuisce certi punteggi e viene osannato come un guru, posso solo ripetere quello che mi disse tempo fa un importante importatore americano: „Wine Spectator? Parker? Vanno bene per gli ultraquarantenni. I giovani non ascoltano piú nessuno, s’informano sul web“.
    Scusa la lunghezza! E Buon Anno!
    Liz

    Servus Armin,
    Entschuldige wenn ich 2013 ein Thema von… 2012 wiederaufnehme, aber während der Feiertag war mein Mac oft ausgeschaltet. 😉
    Die Punktevergabe, sagten wir, ist Subjektivität. Als berufliche Weinkritikerin nützen mir die Punkte der Kollegen (hauptsächlich der Weinführer) um zu verstehen, welche Weine mir NICHT schmecken: sie sagen mir, welche Weine ihnen schmecken. Und mit großer Wahrscheinlichkeit, dass sie mir nicht schmecken! Hinter jedem Führer, ich höre nicht auf, es zu wiederholen, verbirgt sich eines Geisteshaltung: wenn du sie nicht teilst wirst du nicht den gleichen Geschmack haben und du wirst nicht gleich bewerten. Der letzte Trend, du weist es auch, ist das was die angelsächsischen Freunde als Natwines bezeichnen. Die Naturweine. Wir haben lange darüber während der letzten Wine Blogger Conference gesprochen und wir kamen zum Schluss, dass wir nicht mehr darüber diskutieren werden 😀 Jeder soll tun, wie ihm gefällt! Die Italiener aber sind generell extremer: wenn dir heute die Natwines nicht schmecken, verstehst du nichts. Du bist weder gut, noch sauber, noch richtig, im Gegenteil, du bist ein Industrieller (maximale Beschimpfung), der anonyme Weine für den Supermarkt macht. Ich scherze natürlich, aber eigentlich gar nicht so sehr. Zurückkommend auf die ernsten Sachen, die „Reinheit“ derjenigen, die gewisse Punkte vergeben und als Gurus hochgelebt werden, kann ich nur wiederholen, was ein wichtiger amerikanischer Weinimporteur mir gesagt hat: „Wine Spectator? Parker? Die gehen gut für die Übervierzigjährigen. Die Jungen hören auf niemanden mehr, sie informieren sich im Web.“
    Entschuldige die Länge! Un ein gutes Neues Jahr!
    Liz

  2. Ciao armin, questo è un aspetto, la soggettività, che ultimamente o forse dovrei dire da un po‘ sta annebbiando più di un curatore di guide per vini. Sò che l’argomento non ti piace, ma visto che esprimono giudizi in punteggi, mi permetto di dire la mia e di riferirti ciò che ho sentito.
    Personalmente in un vino cerco di guardare tutto, se è fatto bene la sua varietalità e mi lascio poco influenzare da discorsi pseudo-filosofici. Insomma se riesco degusto alla cieca. Non mi piacciono i difetti, forse perchè quando capitano a me mi inca*** … Mi arrabbio molto e non cerco di scusarli. Tipo se ha un ridotto che con 2 giorni di aria non passa per me fa schifo. L’odore di letame mi piace in una stalla non nel vino. Se è un vino frizzante deve essere frizzante… non fermo. Se annuso un pignoletto e sento degli aromi di sauvignon, non posso dire che è terroir.
    Scusa lo sfogo ma ultimamente sento ovunque commenti di questo tipo sopratutto da chi diciamo dovrebbe comunicare il vino ….insomma da chi dovrebbe dare un punteggio.
    Andando nello specifico per me non ci sarà mai un vino perfetto; se mai un vino in quel momento sarà il mio preferito. Ma diciamo da 101 mai. I gusti cambiano come aimè cambiamo noi… l’età la sclerosi 🙂 che avanza.
    Insomma più che la ricerca di un vino perfetto, se mai un modo perfetto – e il tuo moodello mi piace molto – per valutare un vino.
    Scusa per il romanzo , ma è Natale non posso andare in cantina ne a potare :).
    Ciao e Auguri ancora GP

    Hallo Armin, die Subjektivität ist ein Aspekt, der letztlich oder doch schon länger mehr als einen Herausgeber von Weinführern benebelt. Ich weiß, dass das Argument Dir nicht gefällt, aber nachdem diese die Urteile in Punkten ausdrücken, erlaube ich mir, meine Meinung zu sagen und Dir zu sagen, was ich gehört habe.
    Ich persönlich versuche in einem Wein alles anzuschauen, ob seine Sortencharakteristik gut herausgearbeitet wurde und ich lasse mich wenig von pseudophilosophischen Diskursen beeinflussen. Somit, versuche ich blind zu kosten, wenn es geht. Weinfehler gefallen mir nicht, vielleicht weil wenn sie mir passieren ich mich ärgere. Ich ärgere mich sehr über sie und versuche sie nicht zu entschuldigen. Z.B. eine Reduktivton, der nach zwei Tagen Luft nicht verschwindet, ist ekelerregend. Der Geruch nach Mist gefällt mir in einem Stall aber nicht im Wein. Wenn ein ein Wein ein Schaumwein ist, dann muss er spritzig sein… nicht still. Wenn ich einen Pignoletto rieche und Sauvignon-Aromen erkenne, dann kann ich nicht von Terroir sprechen.
    Entschuldige bitte diesen Gefühlsausbruch aber letztlich höre ich überall solche Kommentare hauptsächlich von jenen, die über Wein sprechen sollten… von jenen also, die Punkte vergeben.
    Wenn wir spezifizieren wollen, dann gibt es für mich nie einen perfekten Wein; wenn, dann einen, der in diesem bestimmten Moment mein bevorzugter ist. Aber nie einen zu 101 Punkten. Die Geschmäcker ändern sich wie auch wir uns ändern… Das Alter der Sklerose :), das voranschreitet.
    Also, mehr als die Suche nach einem perfekten Wein eher die Suche nach einer perfekten Methode – und Dein Modell gefällt mir sehr gut – um den Wein zu bewerten.
    Entschuldige bitte den Roman, aber es ist Weihnachten, ich kann weder in den Keller noch in den Weingarten gehen :).
    Servus und nochmals Glückwünsche GP

  3. Hallo Armin,
    ist es mit der Bewertung von Weinen nicht so wie mit den Frauen? Der eine findet blonde, der andere dunkelhaarige, ein anderer rothaarige und ein letzter gar keine gut.
    Wer sagt uns was gut ist und was schmeckt? Nichts ist meßbar, außer Alkohol, Säure, Zucker…
    Warum brauchen die Menschen immer jemanden, der Ihnen sagt, was gut und was schlecht ist? Können wir uns selbst kein Urteil darüber bilden? Da bewerten Leute Weine, die noch nie in einem Weingut gearbeitet haben.
    Das wäre doch so, als ob Angela Merkel ein Spiel der deutschen Fußballnationalmannschaft analysieren würde.
    Viele weihnachtliche Grüße aus dem Fläming

    Ciao Armin,
    con la valutazione ei vini non è la stessa cosa come con le donne? Ad uno piacciono le bionde, ad un altro le scure, ad un altro le rosse ed a qualcuno nessuna.
    Chi ci dice cosa è buono e cosa ci piace? Niente è misurabile al di fuori dell’alcol, dell’acidità, degli zuccheri… Perché le persone hanno sempre bisogno di qualcuno che li dice cos’è buono e cosa cattivo? Non possiamo giudicare noi stessi? Qui i vini vengono giudicati da persone che non hanno mai lavorato in un azienda vitivinicola.
    Sarebbe la stessa cosa come Angela Merkel analizzerebbe una partita della nazionale di calcio tedesca.
    Tanti saluti natalizi dal Fläming

    • Hallo Thomas,
      natürlich liegst Du richtig mit der tatsächlichen Subjektivität und der Forderung nach dem Zulassen derselben. Auch ich betone bei jeder Präsentation meiner Weine, dass das Produkt den Geschmack der Interessierten treffen kann (sollte, wenn es nach meinen Wünschen geht), aber auch nicht. Diesen Geschmack kann man aber auch äußern, wenn man noch nie einen Wein selbst produziert hat (auch wenn es sicher nicht schadet). Aber wenn man die sensorischen Eindrücke in Zahlen ausdrücken will, dann sollte dies mit Kriterium geschehen, und diesbezüglich möchte ich mit dieser Serie etwas aufklärend wirken.

      Ciao Thomas,
      hai perfettamente ragione quando parli i soggettività ed anche il diritto di accettarla come dato di fatto. Anch’io ad ogni presentazione dei miei vini sottolineo che i prodotti possono piacere agli interessati (e lo spero che lo facciano), ma possono anche non piacere. Comunque si può esprimere il gusto e le preferenza anche senza aver mai fatto un vino, anche se non guasterebbe di sicuro. Quando però si decide di esprimere le sensazioni organolettiche con numeri, ciò deve venir fatto con criterio, e a questo proposito voglio fare un po‘ di luce con questa breve serie di contributi.

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