Prowein 2013: Aus der Froschperspektive – Visto dal basso

Mein gestriger Facebook-Eintrag ist nicht nur positiv aufgenommen worden. Bevor man aus meiner gerade acht Wörter zählenden Statusmeldung mehr herausliest, als gemeint war, möchte ich schon etwas klarstellen, was den Stil meiner Social-Media-Einträge betrifft: Jammern als Selbstzweck oder als Mittel zur Selbstdefinition ist nicht meine Sache. Übertriebener Zweckoptimismus und permanentes Schönreden aber auch nicht.

Il mio post su Facebook di ieri non ha suscitato solo pareri favorevoli. Prima però che si deduca troppo da questa frase di non più di otto parole voglio chiarire qual’è il mio stile comunicando attraverso i social media: Lamentarsi come fine di se stesso o come mezzo per definirsi non è per me. Però neanche un ottimismo troppo finalizzato o fare apparire qualcosa meglio di quanto è, sono atteggiamenti che cerco di evitare nella mia timeline.

Im Laufe der drei Tage habe ich mit vielen, teils befreundeten Kolleginnen und Kollegen aus ganz Italien (Halle 3) gesprochen und so nebenbei auch Stimmungsbilder eingefangen. Fast alle beklagten sich, an allen drei Messetagen, zum Teil auch sehr deutlich, über vermindertes Interesse gegenüber dem Vorjahr. Klar quantifiziert wurde es an den gebrauchten Weinflaschen; viel mehr als erwartet traten ungeöffnet die Heimreise an. Verständlich ist der Frust auch, weil so ein Messeeinsatz mit einem großen Einsatz an Geld und Zeit gekoppelt ist, was sich gerade bei kleinen Produzenten stark niederschlägt. Wenn sich dann die Besucher an einer Hand abzählen lassen…

Nel corso dei tre giorni ho parlato con molti colleghi, anche amici, dell’Italia (padiglione 3) e tra l’altro ho raccolto anche gli stati d’animo. Quasi tutti si sono lamentati, in parte abbastanza drasticamente, del ridotto interesse riscontrato tutti i tre giorni in confronto agli anni precedenti. Lo hanno quantificato molto bene con il numero minore di bottiglie aperte, la maggiorparte dei campioni ritornano a casa indenni. La frustrazione è comprensibile, se si pensa al grande investimento finanziario e personale che una fiera del genere comporta, soprattutto per le aziende piccole. Se poi i visitatori giornalieri si possono contare su una mano…

Relativ zufriedenstellend verlief hingegen nach einigen Angaben die Messe für die Südtiroler Kollegen, ein angenehmer Lichtblick. Betrifft ein vermindertes Interesse auf dieser bedeutenden internationalen Weinmesse nur die italienischen Weine? Es ist ein schwacher Trost, dass auch zwei Freunde aus der VDP-Szene sich im Gespräch enttäuscht über das Interesse geäußert haben. Oder leidet ganz einfach der ganze Weinsektor stark unter der Euro/Witschafts-Krise? Berufenere werden dies zu deuten wissen. Es kann aber auch sein, dass Messen immer weniger der Ort für neue Kontakte werden. Einiges deutet darauf hin, dass sie mehr und überwiegend der Pflege bestehender Kontakte dienen, dass dort Geschäfte abgeschlossen werden, die schon im Vorfeld angebahnt wurden, dass die Kontaktaufnahme mit neuen Lieferanten oder Kunden schon vorher geschehen sein muss. Damit würden sich ihre Rolle als Stimmungsbarometer weiter relativieren.

Realtivamente contenti della fiera erano invece i colleghi sudtirolesi con cui ho potuto parlare, una piacevole barlume di speranza. Ma tocca l’interesse diminuito espresso in questa fiera internazionale solo i vini italiani? È una magra consolazione aver sentito anche due colleghi tedeschi del VDP esprimersi in modo deluso sull’andamento commerciale della manifestazione. O è l’intero settore vinicolo a soffrire sempre di più della crisi economica e di quella dell’euro? Persone più esperte di me potranno forse rispondere a questa domanda. Potrebbe però anche essere che le fiere stanno diventando sempre meno i luoghi per trovare nuovi contatti. Sembra che servino di più a rinnovare contatti già esistenti, che venghino conclusi affari che sono già stati preparati in precedenza, che bisogna incontrare possibili interessati già in occasioni prefieristiche.

Ich selbst konnte am Stand meines Importeurs, der sich übrigens sehr gut auf die Prowein vorbereitet, hauptsächlich bestehende Kundschaften begrüßen. Glücklicherweiße äußerten sich alle zufrieden über die Wahl, meine Weine auf die Karte oder die Preisliste gesetzt zu haben. Auch die mitgebrachten aktuellen Jahrgänge schienen sie überzeugt zu haben. Freilich, der große Wurf bleib leider auch heuer aus, aber für die Zukunft bin ich doch zuversichtlich, die 1.000er Marke der Flaschen, die nach Deutschland verkauft werden, endlich zu knacken. Doch nach der Messe ist vor der Messe (in Anlehnung auf den Titel dieses Messefazits) und in zwei Wochen schon sind wir alle auf der Vinitaly.

Parlando di me posso dire che allo stand del mio importatore, che peraltro si prepara molto bene alla manifestazione, ho incontrato soprattutto clienti esistenti. Era piacevole sentire che sono contenti di avermi messo in carta o sul listino della loro enoteca. Anche le annate attuali che avevo con me sembrano averli convinti. Certo, il grande colpo è mancato anche quest’anno ma sono fiducioso di poter raggiungere prima o poi le 1.000 bottiglie vendute in Germania. In ogni caso, conclusa una fiera ci si prepara alla prossima, tra due settimane saremo tutti al Vinitaly.

5 Gedanken zu „Prowein 2013: Aus der Froschperspektive – Visto dal basso

  1. Lieber Armin, in meinem früheren Leben als Architekt habe ich es irgendwann einmal aufgegeben, Baumessen zu besuchen. Immer die gleichen Aussteller mit denen man nicht in Ruhe reden konnte, Reizüberflutung, Ablenkung und das dumpfe Gefühl irgendetwas Wichtiges übersehen zu haben. Ich bin dazu übergegangen, mit meinen Bauherren nur noch gezielt die Produkte direkt beim Hersteller genau zu untersuchen, die wir gerade für die jeweilige Bauaufnahme benötigten bzw. die Vertreter ins Büro kommen zu lassen.
    Genau so geht es mir nun im zweiten Leben als Sommelier und Weinkritiker. Ich gehe nicht mehr auf Messen, wo man nach kurzer Zeit wie betäubt die ursprünglich fest vorgenommene Marschrichtung verliert und – verzweifelt ob der Unübersichtlichkeit des Angebotes – irgendwo hängen bleibt. In dieser Beziehung ist die Vinitaly geradezu abschreckend. Alois Lageder hat das früh erkannt und mit der Summa eine sehr angenehme Gegenposition aufgebaut – aber auch er muss bereits aufpassen, dass es nicht zu voll wird. Das beste ist immer noch der gezielte Besuch von Weingütern, die mich besonders interessieren, verbunden mit dem Besuch der Weinberge, dem Geruch von Erde und Keller und dem Eindruck einer vielleicht neuen Architektur oder Kellerkunst (im Sinne bildender Kunst) – das bleibt haften, ebenso wie die verkosteten Weine. Die Winzer sollten vielmehr gezielt zu sich einladen – ist wohl auch preiswerter als der Messebesuch und weniger unverbindlich. Dazu hast Du ja auch einen der schönsten Verkostungsräume, den ich unter anderen auf der INTERVITIS bei meinem Referat KELLERKUNST/KUNST IM KELLER am 25.April 2013, 17:30 Uhr einem Fachpublikum vorstellen werde.
    Herzliche Grüße!
    Andreas Gottlieb Hempel

    Caro Armin, nella mia vita precedente da architetto ho rinunciato ad un certo punto di andare alle fiere edilizie. Sempre gli stessi espositori con cui non si poteva parlare con calma, il bombardamento di stimoli esterni, la distrazione e la continua sensazione di aver perso qualcosa di importante. Sono passato a studiare le proposte necessarie per il progetto in modo mirato con il mio committente presso il produttore o faccendo venire in ufficio i relativi agenti.
    Nello stesso modo mi capita nella mia seconda vita da sommellier e critico del vino. Non vado più a fiere dove assordati si perde dopo poco tempo la rotto proposta e si resta in un posto qualunque, confuso dall’offerta poco chiara. Circa ciò il Vinitaly è veramente repellente. Alois Lageder ha capito presto e ha allestito con la Summa un progetto alternativo molto piacevole, ma anche lui deve stare attento che non diventi troppo piena. La migliore cosa è ancora la visita mirata di aziende che mi interessano in particolare, unita alla visita dei vigneti, l’odore della terra e della cantina, assieme forse ad un’architettura nuova o ad arte enoica. Queste sono cose che rimangono impresse, così come i vini degustati. I viticoltori dovrebbero piuttosto invitare a casa loro, mi sembra meno costoso e meno impegnativo. Per questo hai anche uno dei locali di degustazione più belli, che tra l’altro presenterò al pubblico del settore in occasione dell’INTERVITIS „KELLERKUNST/KUNST IM KELLER il 25 aprile 2013 alle 17:30.
    Cordiali saluti!
    Andreas Gottlieb Hempel

  2. E‘ vero, e in effetti questa cosa é curiosa, ma io frequento Vinitaly da vent’anni, e ho notato che é sempre stato così.
    Credo che, da un punto di vista „scientifico“, o semplicemente più obiettivo, il legame sia soprattutto di carattere psicologico: se un produttore italiano che é stato a Prowein torna a casa contento e soddisfatto, affronterá Vinitaly con un sentiment positivo. E tutto andrá meglio. Viceversa, se Prowein non é andato troppo bene, tornerá a casa deluso e più incline al pessimismo, e quindi, sia pure inconsciamente, sará più portato a notare i particolari negativi („quest’anno c’era meno gente dell’anno scorso“ potrebbe diventare „quest’anno non ho visto nessuno“).
    Seconda considerazione: il vino italiano finisce in gran parte nei paesi esteri. Se a Prowein il mercato si é dimostrato poco brillante, cosa possiamo aspettarci da Vinitaly, che esprime -appunto – il mercato interno, dove i consumi sono in picchiata da anni??!
    🙂
    L.

    Es stimmt, dieser Sachverhalt ist eigenartig, aber ich besuche di Vinitaly seit zwanzig Jahren und habe bemerkt, dass es immer so ist.
    Ich denke, dass es von einem wissenschaftlichen Standpunkt aus gesehen, oder einfacher gesagt, bzw. objektiver betrachtet, der Zusammenhang hauptsächlich ein psychologischer ist: wenn ein italienischer Produzent, der auf der Prowein war, zufrieden und glücklich nach Hause zurückkehrt, wird die Vinitaly mit Zuversicht angehen. Und alles wird besser gehen. Umgekehrt, wenn die Prowein nicht ser gut verlaufen ist, wird er enttäuscht nach Hause kommen und wird eher pessimistisch eingestellt sein und unbewusst wird er eher die negativen Aspekte bemerken (das „Dieses Jahr waren weniger Leute als letztes“ könnte ein „Dieses Jahr habe ich niemand gesehen“ werden).
    Zweite Bemerkung: Der italienische Weine wird hauptsächlich ins Ausland verkauft. Wenn bei der Prowein der Markt sich nicht glänzend gezeigt hat, was können wir uns von der Vinitaly erwarten, welche den internen Markt ausdrückt, wo der Konsum seit Jahren abstürzt??!
    🙂
    L.

  3. Caro Armin,
    grazie per la tua testimonianza. Non sono mai andata a Prowein, ma so quanto è importante per il mondo del vino italiano: la Germania, diciamo sempre, è la nostra locomotiva. Il nostro cliente più importante, per molte aziende grandi e piccole.
    Detto questo, aspettavo di conoscere un parere obiettivo di come è andato Prowein – mi fido molto del tuo: sei fondamentalmente uno scienziato, quindi sei più portato a vedere le cose come sono, non come si vorrebbe che fossero! – perchè è un termometro molto importante di come andrà Vinitaly: se Prowein va bene, e produttori italiani tornano a casa soddisfatti, anche Vinitaly andrà bene, anzi benissimo.
    In questo caso… sappiamo già cosa aspettarci.
    Inoltre tu poni un interrogativo centrale, e dai una risposta che forse è quella giusta:
    „Potrebbe però anche essere che le fiere stanno diventando sempre meno i luoghi per trovare nuovi contatti“.
    La verità è che il mondo è cambiato, profondamente, irreversibilmente. Continuare a fare le stesse cose di 40 anni fa, nello stesso modo, come se vivessimo ancora in quell’epoca e in quel mondo… non è un po‘ insensato?!
    E dunque, come diciamo ormai da tempo, anche le fiere andrebbero ripensate. E sicuramente gli organizzatori le stanno „ripensando“. Nel frattempo però continuano a farle come sempre… 😀
    Ci vediamo a Vinitaly!
    L.

    Lieber Armin,
    danke Dir für deinen Bericht. Ich war noch nie auf der Prowein, aber ich weiß, wie wichtig sie für die italienische Weinwelt ist: Deutschland, sagt man immer, sei unsere Lokomotive. Der bedeutendste Kunde, für viel große und kleine Betriebe.
    Dies vorausgeschickt, habe ich auf eine objektive Meinung, wie die Messe gelaufen ist, gewartet; ich vertraue Deinem urteil sehr: Du bist grundsätzlich ein Wissenschaftler, weshalb Du mehr dazu tendierst, die Dinge so zu sehen, wie sie sind, nicht so, wie man möchte, dass sie sind! Weil es ein Barometer ist, wie die Vinitaly gehen wird: wenn die Prowein gut geht und die italienischen Produzenten zufrieden nach Hause kommen, wird auch die Vinitaly gut, eigentlich hervorragend, verlaufen. Im aktuellen Fall… wissen wir, was uns erwartet.
    Zusätzlich stellst Du Dir eine zentrale Frage und gibst Dir eine wahrscheinlich richtige Antwort: „Es kann aber auch sein, dass Messen immer weniger der Ort für neue Kontakte werden.“
    Die wahrheit ist, dass die Welt sich tiefgreifend und unumkehrbar verändert hat. Weitermachen wie vor 40 Jahren, auf die gleiche Art wie wenn wir noch in dieser Zeit leben würden… ist das nicht ein bißchen unsinnig?!
    Und deshalb, wie wir schon seit einiger Zeit es sagen, gehören die Messen überdacht. Und sicherlich „überdenken“ die Organisatoren sie. In der Zwischenzeit aber führen sie die Veranstaltungen aber wie immer fort… 😀
    Wir sehen uns auf der Vinitaly!
    L.

    • Cara Lizzy,
      attenzione, guardando dal basso il mio orizzonte è stretto. 😉
      Io non capisco perché tu credi che i successi delle due fiere debbano essere collegati. A Düsseldorf sono soprattutto acquirenti germanici ed internazionale a girare, al Vinitaly quelli italiani, quelli esteri a mio parere stanno per diminuire. E mercati diversi potrebbero o dovrebbero essere caratterizzati da domande differenti, no?

      Liebe Lizzy,
      achtung, ein Frosch hat nur einen sehr begrenzten Horizont. 😉
      Ich verstehe aber nicht, warum Du meinst, die Erfolge der beiden Messen gehören zusammen. In Düsseldorf sind vornehmlich deutsche und etwas internationale Käufer unterwegs, auf der Vinitaly italienische, der ausländische Anteil nimmt m.E. ab. Unterschiedliche Märkte könnten oder müssten doch durch unterschiedliche Nachfragen charakterisiert sein, oder?

  4. Ich kann das gut verstehen, Armin. Als ich die Messe am Sonntag betreten habe, hat Sie mich direkt reizüberflutet, mehr noch als im letzten Jahr bei meinem ersten Besuch der ProWein. Neue Weine zu entdecken wäre für mich dort nicht gerade ideal. Auf der anderen Seite konnte ich in kurzer Zeit viele Leute treffen und gute Gespräche führen. Dafür hat es sich gelohnt. Insofern halte ich die Messe immer noch für sinnvoll. Vielleicht sollten man mehr über Veranstaltungen außerhalb der Messe nachdenken. Die summa von Lageder finde ich z.B. super, dort hat mehr Ruhe zum Verkosten. Und es gibt sogar ein Shuttle von der Vinitaly. Das wäre doch vielleicht auch eine Idee für Düsseldorf.

    Ti capisco bene, Armin. Quando sonbo entrato in fiera la domenica sono strato letteralmente travolto dall’offerta, ancora di più dell’anno scorso, al mio primo ProWein.Cercare lì nuovi vini per me non sarebbe proprio ideale. Dall’altro canto ho potuto incontrare in breve tempo tante persone ed avere dei buoni dialoghi. Per questo è valsa la pena. A tale riguardo ritengo tuttora attuale la fiera. Forse si dovrebbe pensare a manifestazioni al di fuori della fiera. La summa di Lageder per esempio la trovo perfetta, lì si può degustare con più calma. E c’è anche la navetta che parte dal Vinitaly. Questo potrebbe essere un’idea anche per Düsseldorf.

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