Auf über 95 % der Südtiroler Rebfläche werden Trauben angebaut, welche der Erzeugung von sogenannten D.O.C.-Weinen dienen. Die Bezeichnung D.O.C. (Denominazione di origine controllata/kontrollierte Ursprungsbezeichnung) bedeutet nicht nur, wie die Bezeichnung richtigerweiße vermuten lässt, dass der betroffenen Wein aus einem bestimmten Anbaugebiet stammt, sondern er muss auch anderen Anforderungen entsprechen.
Su 95 % della superficie vitata sudtirolese vengono coltivate uve destinate alla produzione di vini di qualità DOC (denominazione di origine controllata). Il riconoscimento DOC non soltanto certifica, come fa intuire il termine, la zona geografica d’origine, ma anche il rispetto di uno specifico disciplinare di produzione.
In den Erzeugervorschriften sind nämlich zusätzlich u.a. die Sortenzusammensetzung, der Hektarhöchstertrag, die Vorschriften für Herstellung und Verpackung sowie die Mindestanforderungen hinsichtlich der Analytik von Most und Wein festgeschrieben. Aber auch sensorisch muss er genügen, eine blind kostende fünfköpfige Kommission in der Handelskammer prüft die Weine auf Fehlerfreiheit und Sortentypizität.
Infatti il disciplinare regola anche i vitigni che possono concorrere congiuntamente alla produzione dei vini, la resa massima per ettaro, le norme per la vinificazione, l’etichettatura e il confezionamento, nonchè i requisiti chimico-fisici. Inoltre i vini devono rispondere anche a caratteristiche sensorialil. Un’apposita commissione di degustazione, istituita presso la Camera di Commercia e composta da cinque esperti, esamina il prodotto alla cieca circa le caratteristiche organolettiche, come per esempio tipicità ed eventuali difetti.
Für den Konsumenten soll also Herkunftssicherheit und Mindestqualität gewährleistet sein, das war das Hauptanliegen des Gesetzgebers, als er im Laufe der 60er Jahre des vorigen Jahrhunderts das Gesetz verabschiedete, das die Ursprungsbezeichnungen in Italien regelt.
Quando il legislatore ha approvato negli anni 60 la legge sulla denominazione di origine in Italia l’intento principale era di dare al consumatore una garanzia riguardo la provenzienza e la qualità del vino.
Was bedeuten dies Regelungen aber heute? Im Prinzip können sie ein Gebiet mittelfristig qualitativ weit nach vorne treiben. Die Regeln werden nämlich von den Weinbaukomitees oder Konsortien selbst aufgestellt und durch das nationale Weinbaukomitee in der Form eines Minsterialdekrets nur mehr ratifiziert. Zudem sind in den Kostkommissionen die Produzenten bzw. deren Kellermeister mehrheitlich vertreten. Ein interessantes, weil selbstverwaltetes Instrument, das aber folglich viel Selbstdisziplin verlangt.
Ma cosa significano oggi queste normative? In principio possono favorire notevolmente a medio termine lo sviluppo di una zona viticola, poiché le regole vengono disposte dai Comitati vitivinicoli provinciali o Consorzi di tutela stessi mentre il Comitato nazionale li ratifica solo tramite un decreto ministeriale. Inoltre nelle Commissioni di degustazione sono presenti i produttori o il loro enotecnici. Uno strumento interessante perché amministrato in autonomia, ma come tale richiede anche molta autodisciplina.
Dementsprechend heterogen ist das qualitative Niveau der über 350 DOC- und DOCG-Weine Italiens. Was in manchen Gegenden eine ernst zu nehmende Hürde für die Weinmacher sein kann, ist in anderen fast nur mehr eine Formalität und über demgemäß wenig Qualitätsgarantie verfügt in der Folge der Konsument. Zudem ist der Anspruch, allein das Qualitätsweinprinzip zu vertreten, letztlich durch das Erscheinen von bestimmten Tafelweinen auf dem Markt geschmälert worden. Diese erzielten Ansehen und Preise weit oberhalb des Durchschnitts der DOC-Weine und stellten somit die Qualitätspyramide ordentlich auf den Kopf.
Di conseguenza il livello qualitativo dei oltre 350 vini italiani a DOC o DOCG è molto eterogeneo. Mentre in alcune zone il riconoscimento DOC rappresenta un ostacolo serio per i winemaker, in altre è quasi solo una formalità con poche garanzie di qualità per il consumatore. Inoltre l’apparizione sul mercato di certi vini da tavola diventati molto prestigiosi ha scemato le pretese dei vini DOC ad essere gli unici a rivendicare il principio qualità. Questi vini da tavola hanno ottenuto reputazione e prezzi molto al di sopra della media dei vini DOC, capovolgendo tutta la piramide di qualità.
Tatsächlich sind diese Weine nicht Tafelweine, weil sie den chemisch-analytischen und sensorischen Prüfungen nicht standhalten, sondern weil es neue „Weinkreationen“ sind, für die es seinerzeit ganz einfach keine Bestimmungen gab und zum Teil immer noch nicht gibt. Der Sassicaia von Antinori ist das wohl meistzitierte Beispiel hiezu. Was noch zur Erosion des Ansehens der D.O.C.-Weine beiträgt, ist die Tatsache, dass sich in verschiedenen Gegenden bekannte Produzenten – andere können es sich nicht leisten – nicht mit ihren Ursprungsbezeichnungen identifizieren und deshalb freiwillig ihre Weine zu Land- (IGT) oder Tafelweinen deklassieren. Dass sie sich damit auch von der Masse der weniger bekannten Mitbewerber abheben, ist sicherlich ein willkommener Marketingnebeneffekt.
In effetti questi vini non sono classificati vini da tavola, non perché non reggono gli analisi chimico-analitici e sensoriali previste dal disciplinare, ma perché sono „creazioni“ nuove, un tempo non previste dal regolamento. L’esempio più citato è sicuramente quello del Sassicaia di Antinori. Un altro fatto che continua ad erodere la reputatzione dei vini DOC, è che in certe zone produttori famosi – altri non potrebbero permetterselo – scelgono di declassare i loro prodotti a vini IGT o da tavola, perché non si identificano più con la loro denominazione di origine . Così si distinguono anche dalla massa dei concorrenti meno famosi, un effetto di marketing sicuramente molto gradito.
Beides trifft in Südtirol (noch) nicht zu. Ich selbst stehe hinter unseren Urssprungsbezeichnungen und ich kann und will es mir auch nicht leisten, einen gänzlich anderen Weg zu gehen. Deshalb sind wie jedes Jahr vor ein paar Tagen die Herren der Handelskammer bei mir gewesen und haben die Probenentnahme beaufsichtigt. Eine der fünf versiegelten Halbliterflaschen pro Wein bleibt als Rückstellprobe beim Produzenten zurück (Bild): Am Freitag werde ich wissen, ob die Weine den Ansprüchen des Gestzes und der Kostkommission genügen und sich mit der Bezeichnung „Südtiroler…“ schmücken können. Höchste Zeit auch, denn die Etiketten wollen gedruckt werden. Am 20. und 21. April möchten wir nämlich füllen.
Queste tendenze non si avvertono (ancora) in Sudtirolo. Io sono convinto della DOC e non voglio e neanche posso permettermi, di imboccare una strada completamente nuova. È per questo che alcuni giorni fa i signori della Camera di Commercio come ogni anno sono stati da me in cantina a prelevare i campioni. Una bottiglietta delle cinque rimane sigillata dal produttore (vedi foto). Venerdì saprò se i mei vini rispettono i requisiti previsti dal disciplinare e dalla commissione di degustazione ed infine si potranno fregiare della dicitura DOC Alto Adige. Il tempo stringe, perché devo far stampare anche le etichette. Per il 20 e 21 aprile è previsto l’imbottigliamento.