Geschnitten! — Potato!

Loewe

Vergangenen Samstag haben wir den letzten verbliebenen Weingarten fertig geschnitten. Eigentlich eine ganz normale, weil vorhersehbare Arbeit im Jahresverlauf. Aber nachdem ich ja schon seit längerem nicht mehr im Versuchszentrum arbeite und mit Mai 2015 auch mein Engagement in der Gemeindepolitik beendet habe, bin ich heuer erstmals dazugekommen, beim Schnitt aller Rebanlagen dabei zu sein.  Zwe Monate waren wir fast ununterbrochen — das niederschlagsfreie Wetter ließ es zu — in den einzelnen Weingärten unterwegs. Eine Arbeit, welche auf Dauer hauptsächlich den Unterarm belastet, aber andrerseits auch sehr befriedigend wirkt: es ist keine nur körperliche Arbeit, man gibt schon eine erste Richtung in Hinblick auf Ertrag und Qualität vor, auf jeden einzelnen Rebstock muss eingegangen werden, da keiner wirklich gleich ist, man wir mit der Zeit immer schneller (zumindest komme es einem so vor) und am Ende des Tage sieht man sehr deutlich, was man getan hat.

Sabato scorso abbiamo finito di potare i ceppi dell’ultimo vigneto rimasto. Di solito un lavoro normale nel corso dell’annata agricola in quanto prevedibile. Ma siccome da quando non lavoro più nel Centro sperimentale Laimburg e dopo aver concluso il mio impegno nella politica comunale nel maggio scorso, quest’anno sono riuscito la prima volta a partecipare alla potatura di tutti i vigneti. Favoriti dal tempo privo di precipitazioni abbiamo potato per due mesi quasi senza alcuna interruzione. È un lavoro che a lungo andare grava soprattutto sull’avambraccio che però dà anche soddisfazione: Non è un lavoro esclusivamente manuale, è un passo importante nel definire il rapporto resa/qualità, ogni singolo ceppo va trattato a modo suo perché nessuno è uguale all’altro, col tempo si diventa sempre più veloci (almeno pare così) e alla fine della giornata si vede bene cosa si ha fatto.

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Entwarnung? — Cessato allarme?

2014-03-16_14-22-21Blühende Mandelbäume zwischen grünen Zypressen und Schneereste auf den umliegenden Bergen, so zeigt sich Mitte März die Natur im südlichen Südtirol. Und wie es momentan ausschaut, ist es ein normales Frühlingserwachen. Und nicht ein extrem frühes, wie es lange zu befürchten war. Das sagt uns der Mandelbaum im Garten, denn er ist seit jeher ein recht genauer Indikator für den Beginn der Vegetationsperiode. Man sagte bei uns immer, im Bozner Unterland blühen die Mandelbäume am Josefitag, d.h. am 19. März. Die Klimaerwärmung der letzten 10 Jahre hat den Beginn dieser Farbenpracht um mindestens eine Woche vorverlegt, aber wie man unschwer am Bild erkennen kann, sind wir heuer glücklicherweise nicht früher als im letztlich üblichen Bereich.

Mandorli fiorenti tra cipressi verdi e resti di neve sulle montagne circostanti: così si presenta la natura a metà marzo nel Sudtirolo meridionale. E sembra essere per fortuna un risveglio primaverile nella norma. Non uno tanto precoce come per tanto tempo si temeva. Questo lo dice il mandorlo nel giardino che è un indicatore esatto della ripresa vegetativa. Si diceva sempre, che nella Bassa atesina i mandorli fioriscono il giorno di San Giuseppe, cioè il 19 marzo. Il cambiamento climatico degli ultimi diec’anni ha anticipato la comparsa dei fiori rosa di almeno una settimana. Come testimonia la fotografia l’andamento di quest’anno rispecchia questa nuova norma, non siamo più avanti del solito, per fortuna.

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